giovedì 17 luglio 2014

I sindacati e la RSU dell'Università di Bari a sostegno dei precari "stabilizzandi"

Ancora in prima fila nel denunciare il lavoro precario usato e abusato a piene mani dalle pubbliche amministrazioni e dagli enti pubblici che, occupandosi di conoscenza, dovrebbero usare più oculatezza nella gestione dei rapporti di lavoro. L'Università di Bari, nel mesto elenco delle pubbliche amministrazioni, si sta distinguendo in questo passaggio per essere giunta persino a "scaricare" i lavoratori "stabilizzandi" i cui contratti in scadenza, dopo anni, non solo non verranno trasformati in contratti a tempo indeterminato, ma rischiano di non essere nemmeno rinnovati.
Qui di seguito il comunicato unitario, emesso nella giornata di oggi dalle Organizzazioni sindacali di ateneo e dalla RSU.

Oggi 17 luglio le OO.SS. e la RSU, in attesa del C.d.A. di domani, hanno incontrato i 21 colleghi stabilizzandi. Come percepito dalla coscienza collettiva,
il “lavoro precario”, costituisce la piaga sociale che affligge la società italiana e da anni anche la nostra Istituzione.
In particolare, diversi interventi normativi negli anni hanno offerto la possibilità di stabilizzare, all'interno delle diverse Amministrazioni dello Stato, i lavoratori precari per garantire un lavoro sicuro, in quanto diritto del cittadino.
La nostra Università, purtroppo nel passato e ancora oggi non ha saputo cogliere queste opportunità di mettere in sicurezza i rapporti di lavoro precari; per alcuni colleghi il servizio instabile sfiora anche i quindici anni!
Le procedure di stabilizzazione "ex lege" 296/2006 sono state avviate e maldestramente mai completate. Oggi siamo seriamente preoccupati per lo stato di grande stress dei colleghi interessati, prodotto da un’attesa estenuante e frustrante e foriero anche di possibili sviluppi drammatici e non prevedibili.
Le OO.SS. chiedono che sia salvaguardato il diritto al lavoro per chi ormai è parte del nostro Ateneo!
Avanziamo ancora una volta un appello al Magnifico Rettore, ai Componenti degli Organi di Governo, in particolare ai consiglieri del C.d.A., affinché trovino una soluzione a questo dramma, riflettendo anche sull’ingiustizia rappresentata dalla totale assenza di qualsiasi ammortizzatore sociale per i lavoratori espulsi dalle pubbliche amministrazioni.

1 commento:

  1. Ebbene i tagli al personale docente nel numero di centinaia e centinaia sono solo al sud!! solo in Puglia più di trecento!! e per pareggiare i conti, il numero dei posti tolti alle regioni meridionali, nessuna esclusa, sono finiti al nord! Bene, benissimo!! Ancora e per l'ennesima volta il Sud è deprivato con leggi dello Stato! Dall'unità d'Italia si perpetua lo scempio di toglierci tutto dalle Banche meridionali acquisite da quelle settentrionali, ai posti di lavoro! Per poi vedere l'ex ministra Gelmini fingersi rammaricata della enorme diversità di risultati tra le scuole del nord e quelle del sud con le famigerate prove Invalsi..... Ministra Giannini prova a fare una gara sportiva dopo giorni che non mangi con uno che ha la pancia piena!! quali i tuoi risultati? Perchè i tagli alla spesa devono essere sempre al Sud????!!!

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