mercoledì 8 dicembre 2010

La Puglia (e il Sud e l'Italia) inverte la tendenza nelle competenze degli studenti. Ma il merito non è della Gelmini!

Non è mai stata nostra intenzione opporci alla valutazione del sistema di istruzione. Tutt'altro. Ne abbiamo fatto un punto qualificante della nostra piattaforma di rinnovo del contratto nazionale 2010-2012 (prima che la finanziaria estiva bloccasse per 3 anni i nostri contratti).
Abbiamo però sempre criticato la relativa attendibilità (sulla quale mettono in guardia, per la verità, gli stessi esperti dell'INVALSI) e, soprattutto, la strumentalizzazione politica che consegue alla pubblicazione dei risultati.
E, per un risultato certamente significativo per la nostra nazione (certamente non esaltante) emerso dall'indagine OCSE-PISA 2009, ecco partire la fanfara dell'autocelebrazione governativa: immediatamente la stampa filogovernativa (incredibile ilgiornale.it: "La cura Gelmini funziona") e la Gelmini ("risultato eccezionale") hanno imputato agli investimenti del Governo (?!) nella valutazione i successi nei risultati sulla comprensione, riflessione e utilizzo delle informazioni presenti in testi scritti (letterari, matematici, scientifici). Tutto vero: l'Italia recupera rispetto alla media dei Paesi OCSE, l'inversione di tendenza rispetto alle precedenti rilevazioni è significativa
- trainata dalla crescita del Sud e delle Isole (preoccupante ad esempio lo stallo-arretramento del Nord-Est) - ed emerge soprattutto la scuola della Puglia che ottiene risultati sopra la media nazionale, segnalandosi come prima del Mezzogiorno e superiore a molte aree del centro nord (in lettura persino pari a Bolzano!).
A parte il tentativo di occultare la portata della profonda inversione di tendenza dei dati meridionali (i report dell'INVALSI sono liberamente accessibili e dimostrano il fenomeno in tutta la sua rilevanza), bisognerebbe davvero consigliare maggior misura ai nostri referenti governativi.
Ma come si fa ad ascrivere alle politiche governative questo risultato? Ma se lo ricordano i nostri governanti che i questionari dell'indagine OCSE-PISA sono stati somministrati a marzo-aprile 2009?
D'accordo è vero che sono arrivati fiumi di investimenti PON nelle scuole (pure troppi), ma forse se fossero stati gestiti diversamente (magari contrattandoli...) avrebbero potuto fruttare di più. E poi siamo sicuri che l'origine vera del risultato non sia il senso della missione che fa operare l'82% degli insegnati (IARD 2010) in maniera soddisfacente nelle scuole? Nonostante tutto. Nonostante i continui tagli governativi, gli attacchi al senso della professioni di Brunetta ("gli statali si vergognano di dire che lavoro fanno", nonostante un lavoro malpagato ma che, sempre per Brunetta, è pagato fin troppo bene.
Insomma, più onesta intellettuale e maggiore prudenza e rigore, avrebbero consentito alla Gelmini di evitare almeno la grottesca meschinità delle sue affermazioni smentite dalla stessa cronologia della sua riforma. Altre e più misurate analisi le avrebbero fatto onore; avrebbe potuto dire "cari prof siete bravi, nonostante tutto", "grazie alla scuola italiana e meridionale, in particolare, per questo risultato, nonostante i sacrifici dell'ultimo decennio (compresi gli ultimi 3 anni)" e invece ha preferito cercare di capitalizzare subito il buon risultato a scopo propagandisitico.
L'unica consolazione è che questo sembra assomigliare al gesto disperato di chi, dopo essersi beccata le proteste concentriche di mezza Italia, sembra in procinto di mollare. Dopo tutto, 14 dicembre, giorno della fiducia è vicino. E forse anche noi lavoratori della scuola, aderendo all'ultima ora di sciopero a intermittenza (proprio il 14), una mano la potremmo dare...

Nessun commento:

Posta un commento