giovedì 23 dicembre 2010

Parole in libertà

Nei giorni scorsi la Repubblica di Bari ha pubblicato un articolo passato per lo più sotto silenzio. Nel pezzo a firma di Giuliano Foschini, oltre alla cronaca di quanto accaduto in una scuola della provincia, riportata col virgolettato di un anonimo docente, sono contenute alcune affermazioni particolarmente gravi del Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale della Puglia, Lucrezia Stellacci. L'argomento è dei più delicati: si parla dell'inaccettabile pratica, ormai sistematicamente adottata in tante scuole, di posticipare alla seconda ora o di anticipare alla penultima ora l'orario di ingresso/uscita degli alunni in caso di assenza del personale docente.
La massima rappresentante del Ministero della Gelmini in Puglia riferisce di questa situazione come si trattasse di un'altra amministrazione, ne da conto quasi fosse assurdo il contrario, cioè che si sostituisca sempre il personale assente. E, come se non bastasse, con un candore unico, ammette che nell'imminenza delle festività natalizie sia comprensibile il comportamento di quei presidi che non attribuiscono
le supplenze per evitare di retribuire il periodo festivo ai lavoratori della scuola.
Il Direttore sa fin troppo bene che con queste affermazioni in libertà si legittimano comportamenti scorretti e si rischia di giustificare vere e proprie violazioni di obblighi normativi e contrattuali e dei diritti dei lavoratori, già abbastanza a rischio di questi tempi. Inoltre, lei che dovrebbe essere la massima espressione della garanzia del diritto allo studio non può limitarsi a prendere atto di questa grave situazione senza muovere un dito e, addirittura, ritrovarsi, di fatto, ad avallare situazioni che, nella gestione ordinaria delle scuole, possono rivelarsi anche più gravi di quanto si riferisce nell'articolo.
Dal canto nostro continueremo a denunciare ogni situazione di irregolarità e di violazione dei diritti degli studenti, delle loro famiglie e dei lavoratori.

1 commento:

  1. Condivido in pieno e denuncio anche la prassi, ormai diventata ordinaria, di dividere le classi scoperte dall’insegnante in gruppi di alunni da far ospitare in aule occupate da altre classi, già numerose, a discapito della didattica e della sicurezza per il superamento del numero massimo degli alunni per classe consentito dalla normativa vigente.

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