domenica 27 febbraio 2011

I lavoratori della conoscenza convochino collegi e assemblee nelle scuole per "cancellare" le parole del premier

Non ci sono più parole per commentare le frasi offensive che il nostro Presidente del Consiglio dei Ministri ha rivolto a noi, ai docenti, ai professionisti dell'educazione e a tutti gli operatori della scuola. I lavoratori della conoscenza sono ormai abituati a questo profluvio di dichiarazioni denigranti da parte dei responsabili del vari ministeri, Brunetta in primis. Non ci aspettavamo, però, che si potesse giungere al tentativo scomposto di affossare il decoro della nostra istruzione pubblica, con falsità spacciate ad arte in nome della difesa dei valori (tradizionali?) della famiglia (?!) da parte di chi, in queste settimane, sta continuamente sfregiando, nei fatti, coi propri comportamenti abituali, virilmente esibiti, le basi stesse dell'istituzione familiare. Che il premier rimproveri la scuola pubblica  e i suoi insegnanti di non "inculcare" i valori cui si ispira la famiglia ci fa sorridere, pensando che se i valori che non si insegnano si riferiscono al suo concetto di famiglia, forse è meglio così...
D'altronde, come insegnanti, siamo abituati ad avere a che fare con gli errori da cancellare. In questo caso, ci toccherà cancellare il grave strafalcione berlusconiano: proponiamo a tutti i colleghi di farlo scaricando questa richiesta di convocazione del Collegio dei Docenti (a norma del 297/94 può essere convocato da 1/3 dei suoi membri), di adottare questa deliberazione e di inviarla, insieme alla sitografia allegata,
al MIUR, all'USR, all'USP e agli organi di informazione. Ovviamente è possibile adattare il testo ad assemblee dei lavoratori, a riunioni delle RSU o dei Consigli d'Istituto, qualsiasi cosa purchè si faccia sentire forte l'indignazione per questo ennesimo attacco ad un'istituzione fondamentale del nostro Stato e ai suoi lavoratori.

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