DELL’EDUCAZIONE E DELLA COERENZA TRA IL PREDICARE ED IL PRATICARE
Che ne sa, il capo del Governo, dei valori che quotidianamente, nelle aule, vengono trasmessi dagli insegnanti delle scuole statali italiane ai nostri alunni? È forse mai stato in una classe di una scuola pubblica?
Noi francamente nutriamo la ferma convinzione che il peggiore degli insegnanti statali conduca uno stile morale di vita di gran lunga più decoroso di quanto l’entourage politico di questo governo possa permettersi il lusso, anche solo lontanamente, di esibire.
Noi francamente continuiamo
ancora a chiederci come possa enunciare principi formativi così solenni un capo di Governo screditato dai noti episodi che coinvolgono decine di giovani donne in situazioni che, solo eufemisticamente, sono definibili come “equivoche”.Noi francamente continuiamo a ritenere che, messa nelle mani di una classe politica dalla condotta di vita così moralmente discutibile, l’educazione si ridurrebbe a puro orpello retorico teso a far combaciare i vizi privati con le pubbliche virtù affinché, non potendosi negare ciò che è evidente, si trasformi in virtù il vizio e si mascheri di verità la menzogna: di tali valori è intrisa la "cultura" politica degli uffici legali tanto cari al nostro premier!
Noi francamente siamo convinti che, con la sistematica delegittimazione del loro operato, gli insegnanti sono stati, volutamente, esautorati nel loro faticoso compito di “ inculcare ” i valori teoretici della verità, i valori morali del bene e i valori estetici del bello ad una generazione di giovani sopraffatti dalla omologazione di codici comportamentali perfidamente indotti da un sistema televisivo, pubblico e privato, monopolisticamente governato.
E’ vero, e lo dobbiamo urlare con forza e crescente determinazione: i giovani di oggi, che vivono in una società dello spettacolo governata da un sistema di immagini che li spinge a considerare mille altre situazioni molto più desiderabili della scuola, mille altre attività molto più appaganti dello studio, trovano, proprio negli insegnanti, l’ ultimo baluardo al sano insegnamento dell’ insopprimibile coerenza che deve legare il predicare e il praticare: ma questa missione della scuola, lo si comprende facilmente, è diametralmente opposta – e perciò “ comunista” – agli interessi di un sistema politico governato dai superiori interessi delle regole dell’immagine, dell’apparenza e dell’infinita commutabilità dei valori.
LA SCUOLA PUBBLICA RICHIEDE OGGI UNO SCATTO D’ORGOGLIO
IL 6 MAGGIO SCIOPERIAMO ANCHE PER QUESTO!
per la Segreteria FLC - CGIL Bari
Claudio Menga
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