Nel frattempo, a fronte di diverse segnalazioni, si è reso necessario diffondere questo documento nelle scuole, a causa della manomissione da parte di alcuni Dirigenti Scolastici del diritto di assemblea. Invitiamo tutti i lavoratori a segnalarci comportamenti scorretti così da poter operare interventi specifici.
Quest'oggi, invece, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della campagna di mobilitazione indetta dalle Organizzazioni Sindacali della provincia di Bari.
Di fronte alla proposta della #buonascuola che non contempla alcun passaggio di consultazione delle rappresentanze dei lavoratori, i sindacati della scuola di Bari hanno risposto con l'appello cui hanno aderito quasi 15mila lavoratori del mondo della scuola che nelle prossime ore saranno consegnate al Ministero. L’appello con cui si chiede lo sblocco del contratto di lavoro, fermo a ormai 5 anni fa e che rischia di rimanere fermo ancora per molto tempo, è stato firmato da circa il 60% dei lavoratori della scuola della provincia. Nel mentre i contratti collettivi sono bloccati, il Governo vara una proposta di riforma radicale e regressiva per la scuola, la #buonascuola appunto, senza alcuna contrattazione, né consultazione vera del mondo della scuola e di chi lo rappresenta.
Non si tratta di manifestare un’opposizione preconcetta al piano ministeriale, ma di rivendicare un tavolo di confronto per modificare alcune delle proposte più pericolose contenute del piano, come la cancellazione delle progressioni di carriera, lo svuotamento degli organi collegiali, la riduzione ulteriore del personale ATA, l’irruzione invasiva delle risorse private nei nostri istituti.
Questo momento rappresenta un passaggio della mobilitazione complessiva che porterà le organizzazioni sindacali a manifestare unitariamente sabato 8 novembre, insieme a tutti i lavoratori pubblici, a Roma con cortei che si concluderanno in piazza del Popolo. Fin da oggi è programmata la partenza di 8 pullman da tutta la provincia di Bari per i soli lavoratori della scuola, delle università e degli enti pubblici di ricerca.
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