La vicenda nasce dalla gestione per lo meno discutibile della contrattazione d'istituto da parte del D.S. che decide di contingentare il confronto, respingere sostanzialmente tutte le richieste di modifica della propria proposta e di imporre un testo del contratto diparte normativa ed economica gravemente lacunoso, non recependo l'obbligo di contrattare determinate materie rinviate dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. La firma del contratto, poi, avviene ad opera esclusivamente della metà della RSU e di una parte minoritaria della rappresentanza sindacale territoriale. Il Giudice del Lavoro di Bari con ordinanza depositata qualche giorno fa ha condannato MIUR e Dirigenza Scolastica per la palese condotta antisindacale concretizzatasi, peraltro, nella clamorosa violazione delle norme che tutelano il diritto di assemblea sindacale (indetta per spiegare ai lavoratori le ragioni delle mancata firma da parte di FLC CGIL e SNALS), ma soprattutto nell'annullamento del contratto d'istituto per difetto del requisito del "maggior consenso" nella delegazione di parte sindacale, circostanza ampiamente preannunciata alla Dirigente Scolastica nel corso dell'ultimo incontro di contrattazione.
La condanna dell'istituto si estende peraltro al pagamento di oltre € 4.500 di spese legali e alla pubblicazione dell'ordinanza sul sito internet dell'USP di Bari.
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