Abbiamo avviato, in questi giorni di emergenza, una indagine presso gli Istituti scolastici di Bari e provincia (QUI i dettagli),
incentrata sull’individuazione di punti di forza e punti di debolezza nella
pratica delle Didattica a Distanza. Inoltre abbiamo seguito la questione della chiusura degli edifici scolastici: dal nostro ultimo sondaggio, circa il 70% degli edifici Scolastici di Bari e provincia è stato chiuso, ed è urgente che anche i restanti Istituti assumano analoghe determine, in considerazione di quanto disposto dalla nota MI n. 392 del 18 marzo 2020 (sui servizi indifferibili) e delle limitazioni agli spostamenti confermate dal DL 25 marzo 2020, n. 19.
Ora è il momento, a distanza di quasi un mese dall'avvio, di operare una riflessione seria e urgente sulla Didattica a Distanza (DAD). L'indagine effettuata ci ha aiutato a enucleare alcune questioni nodali da risolvere.
E' necessario che le decisioni in merito alla didattica vengano assunte dai collegi dei docenti (pur con i limiti delle riunioni on line). L'uso delle piattaforme, le scelte metodologiche, gli strumenti didattici, vanno condivisi e non imposti. La professionalità del singolo docente, la varietà delle discipline e dei contesti-classe, la molteplicità di approcci, non possono essere ricondotti a forzature e obblighi. Il principio costituzionale della libertà di insegnamento e le procedure decisionali sancite dalla legge non devono essere compressi.
Gli Istituti stanno compiendo un meritorio sforzo per non interrompere la continuità dell'azione formativa e per consentire a studenti e famiglie un contatto con la quotidianità della scuola, oggi più che mai presidio di riferimento sociale. I problemi sono molteplici: dalle implicazioni e responsabilità giuridiche a cui le scuole vanno incontro, vista l'assenza di una consolidata normativa di riferimento, al rischio concreto di un aumento della dispersione scolastica per gli studenti non dotati di mezzi tecnologici o con problematiche speciali.
I Dirigenti Scolastici sono investiti da nuovi oneri e da nuove sfide, nelle quali devono coinvolgere il personale, se il principio della comunità educante contenuto nel nostro CCNL è qualcosa di più di una frase felice.
La distanza fisica va colmata con la vicinanza di intenti e con la costruzione di una comunità scolastica più che mai reale.
QUI la nostra nota inviata a tutti gli Istituti scolastici di Bari e provincia.
Nessun commento:
Posta un commento