martedì 24 dicembre 2013

Università di Bari: il Rettore assume un ulteriore impegno a tutela dei precari. Ora si pronuncino gli organi di governo

La riunione-fiume di contrattazione di ieri all'Università di Bari, seguita a un'intera giornata di presidio nella sala dorata del rettorato, si è conclusa ancora una volta senza un esito definitivo sulla vicenda dei 60 precari amministrativi dell'ateneo barese. O meglio, ieri abbiamo avuto la certezza che i tavoli di contrattazione delle università sono sostanzialmente commissariati, specie se gli atenei sono in difficoltà finanziarie. Le relazioni sindacali disegnate dalla legge Gelmini, infatti, avendo assegnato la titolarità delle relazioni sindacali a una figura tecnica, al direttore generale, difficilmente possono giungere a risultati politici importanti. Il verbale d'impegno raggiunto ieri, infatti, aggiunge poco ai passi già svolti dal Coordinamento dei precari, dalle Organizzazioni Sindacali e dalla Regione Puglia. Come indicato nel comunicato unitario, l'ateneo barese non ha voluto compiere quel passo in più necessario ad assicurare la continuità del reddito e delle prestazioni lavorative del personale precario, trincerandosi dietro procedure tecnico-contabili - rappresentate prioritariamente dalla direzione generale - che non permetterebbero di forzare le poste di bilancio e garantire fin da subito proroghe/rinnovi dei contratti e stabilizzazioni del personale interessato.
Ora si tratta di presidiare le decisioni degli organi di governo dell'Università di Bari che, a partire dal prossimo 27 dicembre, dovranno occuparsi di decidere sul recepimento degli accordi raggiunti ieri e nelle scorse settimane. 
In coda all'incontro di ieri, l'impegno assunto dall'amministrazione a convocare, su richiesta della FLC, un tavolo di contrattazione monotematico per avviare il percorso di definizione di un accordo sulla retribuzione integrativa dei Collaboratori Esperti Linguistici.
La FLC CGIL di Bari, come sempre, sarà a fianco di precari e di tutte le categorie deboli in lotta per la difesa del loro contratto di lavoro, la continuità del loro reddito, ma anche della qualità dei servizi universitari.

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