Apprendiamo in queste ore che in diverse scuole di Bari, con modalità e tempi che paiono inappropriati, si sta procedendo a irrogare sanzioni disciplinari, anche molto pesanti, a quegli studenti che hanno partecipato alle iniziative di protesta delle scorse settimane, con occupazioni e altre forme lotta.
Posto che ogni caso va ponderato singolarmente, evitando di assumere provvedimenti "cumulativi" o seriali, crediamo sia il caso di ricordare alle amministrazioni scolastiche che le iniziative assunte dai ragazzi delle nostre scuole si sono svolte in maniera non violenta, ispirate dalla volontà di esprimere un netto dissenso contro le scelte politiche ipotizzate dal governo in tema di scuola. Non abbiamo bisogno qui di ricordare l'immiserimento progressivo della scuola pubblica statale che è stato condotto in questi anni, confermato dalla legge di stabilità oggi in discussione al Senato (che al contempo contempla l'aumento di € 200 mln alle paritarie), né la minaccia, contenuta nel piano per la "buona scuola", di devoluzione al "privato" della missione costituzionalmente affidata allo Stato di finanziare il diritto allo studio e garantire il successo formativo. Tante sono le iniziative sindacali e politiche in cui l'abbiamo spiegato.
Se oggi la politica, come si apprende, sta ipotizzando un ripensamento dell'attuazione di parte di quel piano, è merito di quelle iniziative e di quelle lotte di cui gli studenti
sono stati protagonisti insieme ai lavoratori della scuola, culminate con lo sciopero generale e le belle manifestazioni di venerdì 12 dicembre.
Anche per questo ci sembra oggi fuori contesto e ingiustificato punire con provvedimenti tanto drastici gli studenti impegnati in queste lotte. Come sindacato pensiamo che le scuole siano palestre educative che debbano formare al pensiero critico e divergente, capaci di accogliere il dissenso, specie se politicamente motivato, come in questa circostanza.
Crediamo che proprio nella nostra provincia e nel nostro meridione, così sferzati da criminalità organizzata, clientelismo e discriminazioni di vario genere, debbano essere altri i terreni su cui deve esercitarsi la severità e il rigore delle istituzioni, specie di quelle educative, in tema di rispetto della legalità.
Come sindacato pertanto chiediamo ai vari livelli dell'amministrazione scolastica coinvolti di riconsiderare tutte le iniziative disciplinari e penali assunte, revocando i provvedimenti adottati ai danni degli studenti baresi.
La loro lotta, di cui la Flc Cgil è parte attiva, in difesa del valore pubblico della scuola statale non può essere derubricata a mera questione disciplinare.
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